MEDITAZIONE CON KOAN ( Yoga Reiki Studio Gayatri Monza natyan )
MEDITAZIONE CON KOAN ( Yoga Reiki Studio Gayatri Monza natyan )
MEDITAZIONE CON KOAN – Lezione breve di natyan –
Intorno alla fine del IX secolo fu inventata la tecnica meditativa chiamata Koan, che per gli Shaolin significa certificazione pubblica. Esteriormente sembra essere davvero insensata, perché è un modo di meditare paradossale e assurdo, ma il suo scopo è quello di mandare in tilt, o cortocircuitare, come si suol dire, le dinamiche razionalistiche della mente per poter trascendere lo stesso intelletto. La logica convenzionale non ha scampo contro le riflessioni meditative stile koan. Un esempio? Si chiede all’allievo di meditare su una frase del genere: che suono ha un applauso eseguito con una mano sola? Se non ci si riflette non si arriva alla soluzione. Se ci si riflette non si arriva lo stesso. Se si azzarda una risposta è sicuramente sbagliata. E se dici che hai capito dimostri proprio di non aver capito nulla. Perciò non c’è via d’uscita se non quella di comprendere che nella vita ci sono domande che non possono avere risposte logiche e razionali. Tutto questo oltretutto, ci insegnano anche i razionalisti moderni, è esso stesso un passaggio fondamentale della logica moderna. Uno dei maggiori classici buddhisti è un breve, famoso dialogo tra un Maestro e un suo discepolo. Il discepolo chiede: “Maestro, qual è la natura ultima della Realtà?” Il Maestro risponde: “Domandalo a quel palo”. Il discepolo: “Non ho capito” . E il Maestro: “Neppure io”. In fondo, il mistero è bello proprio perché resta un mistero.
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http://www.studiogayatri.it
Intorno alla fine del IX secolo fu inventata la tecnica meditativa chiamata Koan, che per gli Shaolin significa certificazione pubblica. Esteriormente sembra essere davvero insensata, perché è un modo di meditare paradossale e assurdo, ma il suo scopo è quello di mandare in tilt, o cortocircuitare, come si suol dire, le dinamiche razionalistiche della mente per poter trascendere lo stesso intelletto. La logica convenzionale non ha scampo contro le riflessioni meditative stile koan. Un esempio? Si chiede all’allievo di meditare su una frase del genere: che suono ha un applauso eseguito con una mano sola? Se non ci si riflette non si arriva alla soluzione. Se ci si riflette non si arriva lo stesso. Se si azzarda una risposta è sicuramente sbagliata. E se dici che hai capito dimostri proprio di non aver capito nulla. Perciò non c’è via d’uscita se non quella di comprendere che nella vita ci sono domande che non possono avere risposte logiche e razionali. Tutto questo oltretutto, ci insegnano anche i razionalisti moderni, è esso stesso un passaggio fondamentale della logica moderna. Uno dei maggiori classici buddhisti è un breve, famoso dialogo tra un Maestro e un suo discepolo. Il discepolo chiede: “Maestro, qual è la natura ultima della Realtà?” Il Maestro risponde: “Domandalo a quel palo”. Il discepolo: “Non ho capito” . E il Maestro: “Neppure io”. In fondo, il mistero è bello proprio perché resta un mistero.
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