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Meditazione sulla Pazienza ( Yoga Reiki Studio Gayatri Monza natyan )

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Messaggio Da natyan27 Lun Lug 20, 2015 8:24 am

Meditazione sulla Pazienza e sull’Apprendimento
a reagire serenamente a Critiche, Calunnie e Giudizi

Credi di non essere capace di Meditare? Ti sbagli! Sei capacissimo di farlo! Solo che Mediti frequentemente sulle situazioni negative e dolorose della vita. Sviluppando pensieri di rabbia, di collera e rancore, generi continui malesseri interiori che fanno male al tuo corpo e alla tua mente. Continua pure a Meditare! Ma impara a Meditare sulle cose giuste! Su ciò che ti fa stare bene! Non dire che non hai tempo per Meditare, perché già lo fai tutti i giorni… solo che lo fai nel modo sbagliato. Non perdere tempo! Impara a Meditare nel modo giusto!
natyan
Non esiste forza distruttrice simile alla rabbia, né forza d’animo che possa essere paragonata alla pazienza, questo è il motivo per cui sento che mi sia molto utile meditare su di essa con impegno, costanza e in modi molteplici.
La mia mente non troverà mai uno stato di serenità e di pace, se continua ad alimentare i pensieri dannosi dell’odio, del rancore e del disprezzo. Non raggiungerò mai una vera forma di felicità, e nemmeno di gioia, e sarò totalmente incapace di ottenere un profondo sonno rigenerante, e nemmeno mai potrò godere di un vero e salutare riposo.
Le persone colme di rabbia sono prive di ogni benessere e vengono evitate dagli amici e dai parenti. Non sanno che cosa sia l’ottenimento di una pace mentale e finiscono per essere isolate perfino da coloro che sono attratti dalle loro ricchezze.
Questo è il motivo per cui distruggerò completamente tutte le cause che fanno sorgere in me il grande nemico chiamato rabbia, poiché esso ha un unico scopo, un’unica funzione, un unico obiettivo: quello di nuocermi e recarmi danno.
Qualunque cosa mi succederà, nulla dovrà mai nuocere alla mia mente, giacché depresso, irrequieto e infelice, non riuscirò mai ad ottenere ciò che desidero e a realizzare i miei sogni ed ogni mia qualità andrà spenta e perduta per sempre.
Perché mai essere preoccupati per qualunque problema se esiste una soluzione? E a quale scopo dover essere infelici, qualunque ne sia il motivo, se la soluzione non esiste?
Le cause che portano alla felicità si ottengono molto raramente e con molta fatica, mentre le cause che conducono all’infelicità e al dolore sono molteplici. Tuttavia, senza sperimentare la sofferenza non vi sarebbe alcun desiderio di conoscere la gioia della libertà dagli istinti negativi, perciò, mia mente, che tu possa essere sempre forte e determinata nel conseguimento della pace.
Non vi è nulla che non si possa ottenere per mezzo di una costante e perseverante familiarità. Perciò, abituandomi a sopportare piccole preoccupazioni, mi addestrerò a tollerare anche le grandi avversità della vita.
Ci sono guerrieri che, alla vista del proprio sangue, diventano ancor più coraggiosi e, reagendo con determinazione e fermezza, mostrano ancor più il loro grande valore. Altri, invece, solo vedendo il sangue altrui, perdono tutta la propria forza, mettono in luce tutta la propria fragilità e si sentono addirittura svenire.
Tutto ciò è il risultato dello stato della mente, la quale può essere quieta e forte, oppure assorbita nella paura. Ecco perché devo vincere ogni dolore, senza lasciarmi influenzare dalle difficoltà.
La mente di coloro che sono saggi, anche quando sperimentano la sofferenza, rimane limpida e serena. Sono consapevoli che durante la lotta contro i propri veleni mentali, dovranno imparare a rimanere imperturbabili così come, in una battaglia, gli eroi valorosi non si lasciano cogliere dal panico.
In fondo, il dolore ha anche un proprio valore positivo. Grazie alla sofferenza si possono eliminare in noi l’orgoglio e l’arroganza ed è possibile diventare empatici. Possiamo iniziare a provare tenerezza e compassione verso coloro che soffrono, diventare repulsivi verso il fare del male e provare gioia nel procurare il bene.
E’ risaputo che pur non desiderandole, le malattie accadono. In egual maniera, nonostante non siano desiderati, i veleni mentali si manifestano insistentemente dentro di noi, nella nostra mente.
Le persone entrano istintivamente in collera spontaneamente, senza decidere: “Devo arrabbiarmi!”. In modo simile, l’irritazione si manifesta senza averlo prima desiderato o premeditato.
Tutto accade a causa di condizioni presenti o passate, a causa delle circostanze della vita che influenzano la nostra esistenza. Niente succede in modo autonomo e indipendente.
Ogni fenomeno proviene da altri fenomeni e nessuno di essi accade per volontà propria, libera e indipendente. Avendo consapevolizzato tutto questo diviene assurdo e illogico cadere preda dell’ira e della collera a causa di fenomeni e avvenimenti che sono simili ai miraggi.
Per tale motivo, quando vedo un amico, o anche un nemico, agire negativamente, devo subito riflettere sulle cause e le condizioni che hanno creato le azioni negative, e riuscire, rimanendo riflessivo, a mantenere uno stato di serenità mentale.
Pensaci bene, se davvero le situazioni accadessero in accordo con i bisogni degli esseri viventi, in quale modo potrebbero mai soffrire, dato che nessun essere vivente desidera soffrire?
Tuttavia, le persone, a causa dell’illusione e dell’inconsapevolezza, si procurano da sole il male interiore e, pur di ottenere qualunque cosa desiderino, si obbligano da sole a enormi e faticosi sacrifici.
Altre creature si auto danneggiano addirittura con azioni masochistiche o suicidandosi nei modi più impensati.
Perciò, se sotto l’influenza dei propri veleni mentali, alcuni arrivano ad uccidere perfino se stessi, ciò che hanno di più prezioso, come ci possiamo aspettare che non siano in grado di danneggiare anche gli altri?
Per loro particolare natura, gli individui infantili, sono ben pronti a far del male agli altri, onde per cui quale mai sarebbe lo scopo dell’adirarsi con loro? Se la loro natura è la rabbia, e non ne sanno fare a meno, sarebbe come prendersela con il fuoco perché brucia.
Se una persona mi colpisce con un bastone, con chi me la prendo? No di certo con il bastone, il quale è mosso dalla persona che lo ha usato. Colui che mi fa del male è mosso dall’odio, perciò non con la persona dovrei adirarmi, bensì con l’odio che l’ha portata a colpirmi.
Se osservo il mio passato, comprendo che qualcosa di simile è accaduto anche a me, poiché pure io, in certe occasioni ho senza dubbio procurato dolore a qualcuno mosso dalla rabbia, perciò perché mai giustificare solo me stesso e non gli altri che commettono lo stesso errore?
Siamo come bambini privi di attenzione e consapevolezza, giacché, pur non desiderando la sofferenza, rimaniamo saldamente attaccati alle cause del dolore stesso finendo per danneggiare noi stessi. Ci auto infliggiamo il dolore ma finiamo per prendercela sempre con gli altri.
La mente non è fatta di materia, è pensiero immateriale, quindi non può essere distrutta. Nonostante ciò, a causa del suo forte attaccamento al corpo fisico, diventa vittima delle sofferenze corporee.
L’odio, il disprezzo, le parole ostili, le critiche e i giudizi non possono causare alcun danno al mio corpo fisico, perciò, oh mia mente illusoria, perché mai divieni così carica di rancore e di risentimento?
Dal momento che il disprezzo che gli altri nutrono nei miei confronti non potrà mai divorare il mio corpo, perché mai dovrei preoccuparmi?
Molto probabilmente perché i miei profitti di ordine materiale ed economico potrebbero risentirne. In ogni caso dovrò un giorno lasciare alle spalle tutto quello che ora possiedo, perciò perché mai farmi accompagnare dal rancore per tutta la vita?
Sarebbe certamente molto meglio morire oggi, piuttosto che passare il resto dei miei giorni in preda alla collera e al rancore. A cosa mi servirebbe vivere per molti anni in modo qualitativo interiore scadente, depresso e afflitto?
Rifletti bene, se mi arrabbio con coloro che mi giudicano e mi criticano o mi calunniano, e me la prendo perché in questo modo allontanano le persone da me, perché non mi arrabbio anche quando sento parlar male di altre persone che non conosco?
Taluni, a causa dell’ignoranza, agiscono negativamente, e così altri, sempre a causa dell’ignoranza, rispondono con rabbia e risentimento. Chi, tra costoro, agisce in modo corretto? Chi, invece, si comporta in modo sbagliato?
Per quale scopo, in precedenza, ho commesso alcune azioni per le quali oggi qualcuno mi danneggia? Tutto ciò accade forse anche perché, a monte, vi è una causa di cui ora mi sfugge l’origine. Non sarebbe meglio analizzare a fondo ogni ragione, anziché adirarsi inutilmente?
Avendo acquisito la consapevolezza di tutto questo, devo ora sforzarmi di praticare un’attitudine positiva, in modo tale da far nascere nel cuore di tutti la volontà di un amore costante e reciproco.
Quando una casa brucia e prende fuoco, quest’ultimo si estende anche alle abitazioni vicine. Saggio è colui che si affretta ad allontanare la paglia e tutte quelle sostanze che potrebbero propagare l’incendio.
Allo stesso modo, quando la mente è in preda al fuoco dell’odio e del rancore, causato dall’attaccamento, dovrei immediatamente preoccuparmi di eliminare tutto ciò che potrebbe alimentare le fiamme del risentimento, per timore che le mie risorse e le mie qualità più belle vengano incenerite.
Se qualcuno è felice di osservare una persona che viene elogiata perché dotata di eccellenti virtù, perché, oh mente, anche tu non sei felice e non la lodi in egual misura?
Questa tua stessa gioia sarebbe una fonte di felicità per te stessa. Gioire è il consiglio donatoci da tutte le creature compassionevoli e consapevoli ed è anche il mezzo migliore per creare armonia fra tutte le creature.
Quando qualcuno apprezza le mie qualità positive desidero che anche gli altri facciano altrettanto. Quando invece lodano le qualità altrui la mia gioia è molto scarsa e nasce in me la volontà di criticare.
Se accade che a qualcun altro donino qualcosa, oppure se il dono stesso rimane nell’abitazione del benefattore, in entrambe le occasioni io non ne avrò alcun vantaggio, perciò perché mai dovrei preoccuparmene?
Non solo, oh mente mia, non hai una vera intenzione di procurarti un’attitudine positiva e gioiosa, ma ti metti anche in acerba competizione con coloro che compiono azioni meritevoli. A cosa ti serve un desiderio del genere?
Se un tuo nemico diventa infelice, perché mai tutto ciò dovrebbe diventare fonte di gioia per te? Il semplice desiderio della tua mente, che lui sia infelice, non sarà in grado di provocargli alcun male.
Ma anche se dovesse soffrire, così come tu stesso hai desiderato con ostinazione che accadesse, quale vero guadagno mai ne otterresti? Se affermerai: “Ora sono finalmente soddisfatto!” da quale miserevole e scadente motivo trarresti la tua sciocca ed inutile soddisfazione?
L’infantile e costante balletto degli elogi e della fama non serve né a diventare migliori, né ad allungare la vita e nemmeno mi darà forza e salute o qualunque altro beneficio fisico.
I bambini piangono miseramente quando i loro castelli di sabbia crollano. Allo stesso modo, quando gli elogi e gli apprezzamenti o la buona reputazione vengono a mancare, la mia mente diviene simile a quella di un infante.
La soddisfazione che sorge dal pensare: “Mi stanno grandemente elogiando!” è priva di senso e ha le sue radici nell’infantilismo.
E se mai la gente o i miei stessi pensieri dovessero ostacolarmi nella mia pratica meditativa? Senza irritarmi dovrei semplicemente riflettere sul fatto che non esiste alcuna pratica ascetica pari alla pazienza e che per tale motivo è bene che continui con determinazione e costanza a meditare.
Se dichiaro che non dovrei elogiare il mio nemico, dato che quest’ultimo non mi è nemico con l’intenzione di mettere alla prova o stimolare ed addestrare la mia pazienza, allora perché venero ed elogio tutto ciò che è bello anche se quest’ultimo non ha alcuna intenzione di rendermi felice?
Sicuramente il mio avversario non deve essere onorato per il fatto che ha inteso nuocermi, ma è anche vero che la sua presenza mi stimola indirettamente ad allenare la mia pazienza.
Perciò, dal momento che la pazienza si acquisisce anche grazie a coloro che dimostrano rabbia nei miei confronti, queste persone sono degne di essere ringraziate, proprio come gli insegnamenti virtuosi che possono diventare causa della pazienza stessa.
Dato che il mio possibile ottenimento della quiete interiore è causato dal recare felicità a tutti gli esseri, come non comprendere che anche la gloria, la fama e la felicità di questa stessa vita derivano tutte dal fare qualcosa di buono per me stesso e per il mondo circostante?
Infatti, in questa nostra epoca condizionata da grandi disagi e sofferenza, praticare la virtù della pazienza diventa una delle maggiori cause di bellezza, forza, salute e buona reputazione. Per merito di tali qualità potrò vivere a lungo o sarò comunque in grado di ottenere una gioia immensa pari a quella di un monarca universale.
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