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OSHO E I TRE IDIOTI (Yoga Reiki PNF Studio Gayatri Monza natyan)

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Messaggio Da natyan27 Mer Lug 22, 2015 9:54 am

I TRE IDIOTI

C’era una volta una grande città Sembrava così ai suoi abitanti, ma in effetti non era più grande di un piattino. Le case della città erano grattacieli e coloro che ci vivevano affermavano che i tetti toccavano quasi il cielo…ma per coloro che non si facevano trarre in inganno la città non sembrava più alta di una cipolla.   In quella città erano riuniti gli abitanti di dieci città, milioni di persone…ma per coloro che sapevano contare c’erano soltanto tre idioti, non una persona di più.  Il primo idiota era un grande pensatore: un grande creatore di sistemi, un metafisico, quasi un Aristotele. Sapeva parlare di qualsiasi cosa, potevi fargli qualsiasi domanda e lui aveva sempre la risposta pronta. In città si diceva che fosse il più grande dei veggenti. Naturalmente era completamente cieco; non avrebbe visto l’Himalaya di fronte ai suoi occhi, ma sapeva contare le zampe delle formiche che strisciavano sulla luna. Era completamente cieco ma la sua logica tagliava un capello in quattro. Vedeva cose che nessuno aveva mai visto: Dio, gli angeli, il paradiso, l’inferno. Era estremamente critico verso la realtà mondana che si poteva vedere e lodava continuamente l’invisibile, che soltanto lui e nessun altro poteva scorgere.
 Il secondo uomo sentiva la musica delle sfere, sentiva gli atomi che danzavano, l’armonia dell’esistenza…ma era sordo come una campana.
 E il terzo idiota, il terzo uomo, era completamente nudo. Non aveva nulla. Era l’uomo più povero che fosse mai esistito, ad eccezione di una spada che portava sempre con sé. Aveva sempre paura, era paranoico: aveva paura che un giorno qualcuno lo avrebbe derubato. Naturalmente non possedeva nulla.
 Un giorno si riunirono a conferire, perché girava voce che la loro città fosse in un momento di difficoltà. Era stato chiesto ai tre idioti, che erano ritenuti molto saggi, di andare a fondo nella questione: era vero che la città fosse in pericolo? Era imminente una crisi? Qualche catastrofe?
 Il cieco fissò l’orizzonte lontano e disse: “Sì, posso vedere migliaia di soldati del Paese nemico in arrivo. Non soltanto li posso vedere, ma posso contare anche quanti sono. Posso vedere a quale razza e a quale religione appartengono”.
 Il sordo ascoltò in silenzio, rifletté e disse: “Sì, posso sentire quello che dicono, e posso sentire quello che non stanno dicendo e che nascondono nei loro cuori”.
 Il mendicante, il terzo idiota, saltò su, prese in mano la spada e disse: “Ho paura. Ci deruberanno tutti”.

 Questa è la storia dell’uomo. L’uomo finge di essere quello che non è. Le finzioni sono facili. Basta immaginare. L’immaginazione è una forma di autoipnosi: se continui a ripetere qualcosa, comincerai a sentire che ti appartiene.
 Che cosa hai in questo mondo? Che cosa possiedi? A mani nude arrivi, a mani nude te ne vai. E, tra i due eventi, l’immaginazione di possedere qualcosa. “Persino i cammelli passeranno attraverso la cruna di un ago, ma un ricco non entrerà mai nel regno di Dio” disse Gesù.
  Tutte le esperienze che vivi non sono altro che condizionamenti che la società ti ha dato. Tutto quello che hai veduto o sentito sono tutte tue proiezioni. Tu  lo crei e lo vedi, sei il regista del dramma che chiami la tua vita. E sei anche lo sceneggiatore, l’attore, e sei tutto ciò che sta accadendo, e sei il pubblico. Non c’è nessun altro.  Non ti affidare troppo a queste cose, perché la morte ti costringerà a comprendere che hai vissuto una vita falsa..che l’occasione è andata perduta.  Una volta compreso che non hai nulla, la paura scompare, perché la paura è una componente della convinzione di possedere qualcosa che può essere perduto. Quando realizzi il fatto che non hai nulla, che sei cieco, che sei sordo allora, per la prima volta, realizzerai ciò che è.

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