OSHO FELICITA’ E TRISTEZZA (Yoga Reiki PNF Studio Gayatri Monza natyan)
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OSHO FELICITA’ E TRISTEZZA (Yoga Reiki PNF Studio Gayatri Monza natyan)
Da natyan27 Mer Lug 22, 2015 9:48 am
FELICITA’ E TRISTEZZA
Yatra: Carissimo Osho, è mai possibile che appena mi sembra di essere felice, molto felice, e la risata mi sgorga facile, un attimo dopo svolto l’angolo e mi ritrovo a provare tristezza e pianto?
Osho : Il vero sannyas implica questo: ridi visceralmente, ma ricordati che tu non sei la risata; e piangi e dispèrati profondamente, lascia che le lacrime scorrano, sii totale nel tuo pianto, eppure attento e presente, una fiamma all’interno che osserva ogni cosa.
Tu devi trascendere, non rinunciare. Se rinunci, ti lascerai sfuggire l’essenza. E quando dico: “Lasciati andare!”, voglio semplicemente dirti: “Non aggrapparti”. Non ti sto dicendo che non devi essere felice. Fa’ ogni sforzo possibile per essere felice, gioioso, ma ricorda che la tristezza seguirà; è naturale. Accettala e, quando sopraggiunge, non allontanarti di corsa, non sfuggirla; anch’essa è bella, è parte della vita, parte della crescita. Senza, non c’è alcuna maturità, entraci profondamente.
La gioia contribuisce alla tua crescita, e così la tristezza. La gioia porta una freschezza, la freschezza dell’alba. La gioia porta gioventù, regala una danza al tuo cuore. Anche la tristezza porta con sé molti doni, ma tu la sfuggi; ecco perché non diventi mai consapevole di quei doni. La tristezza porta un silenzio che nessuna gioia potrà mai dare. La gioia è sempre un po’ rumorosa, la tristezza è assoluto silenzio; la gioia è sempre un po’ superficiale, la tristezza possiede una profondità. La gioia ti fa sempre scordare di te stesso; è facile sprofondare nella gioia, lasciarsene inebriare: ti mantiene inconsapevole. (…)
La prima lezione di presenza attenta e consapevole accade nella tristezza. Si impara a essere un testimone nella tristezza; solo dopo averlo appreso, successivamente, la stessa testimonianza può essere applicata ai momenti di piacere.
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http://www.studiogayatri.it
Yatra: Carissimo Osho, è mai possibile che appena mi sembra di essere felice, molto felice, e la risata mi sgorga facile, un attimo dopo svolto l’angolo e mi ritrovo a provare tristezza e pianto?
Osho : Il vero sannyas implica questo: ridi visceralmente, ma ricordati che tu non sei la risata; e piangi e dispèrati profondamente, lascia che le lacrime scorrano, sii totale nel tuo pianto, eppure attento e presente, una fiamma all’interno che osserva ogni cosa.
Tu devi trascendere, non rinunciare. Se rinunci, ti lascerai sfuggire l’essenza. E quando dico: “Lasciati andare!”, voglio semplicemente dirti: “Non aggrapparti”. Non ti sto dicendo che non devi essere felice. Fa’ ogni sforzo possibile per essere felice, gioioso, ma ricorda che la tristezza seguirà; è naturale. Accettala e, quando sopraggiunge, non allontanarti di corsa, non sfuggirla; anch’essa è bella, è parte della vita, parte della crescita. Senza, non c’è alcuna maturità, entraci profondamente.
La gioia contribuisce alla tua crescita, e così la tristezza. La gioia porta una freschezza, la freschezza dell’alba. La gioia porta gioventù, regala una danza al tuo cuore. Anche la tristezza porta con sé molti doni, ma tu la sfuggi; ecco perché non diventi mai consapevole di quei doni. La tristezza porta un silenzio che nessuna gioia potrà mai dare. La gioia è sempre un po’ rumorosa, la tristezza è assoluto silenzio; la gioia è sempre un po’ superficiale, la tristezza possiede una profondità. La gioia ti fa sempre scordare di te stesso; è facile sprofondare nella gioia, lasciarsene inebriare: ti mantiene inconsapevole. (…)
La prima lezione di presenza attenta e consapevole accade nella tristezza. Si impara a essere un testimone nella tristezza; solo dopo averlo appreso, successivamente, la stessa testimonianza può essere applicata ai momenti di piacere.
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